Gli errori che compromettono l’efficacia terapeutica dell’alimentazione senza glutine in presenza di una celiachia sono il risultato di una mancanza di compliance: il paziente fatica ad accettare le restrizioni imposte dalla dieta esponendosi al rischio di incorrere in patologie correlate.
Per compliance in campo medico si intende la disponibilità del paziente a mostrarsi collaborativo in relazione alla terapia. Questo aspetto è particolarmente importante non solo per l’assunzione di medicinali, ma anche per l’osservanza di un regime alimentare specifico come l’alimentazione senza glutine per i pazienti celiaci. Data la rigidità di questa dieta che impone l’astensione assoluta dagli alimenti in cui il glutine è presente anche solo in piccole tracce, il livello di compliance è più basso che non in presenza di restrizioni meno severe come la terapia per la sensibilità al glutine non celiaca. Si verificano dunque più di frequente errori nella dieta che vanno messi in conto dai pazienti, dato che l’associazione dei sintomi all’assunzione di glutine può non essere sempre immediata. Alcuni pazienti non manifestano sintomi, pur assumendo alimenti che contengono glutine (non significa che non si verifichino danni alla mucosa intestinale). Anche a fronte di sintomi marcati, una percentuale variabile tra il 30 e il 50 per cento di pazienti non osserva con rigore la dieta senza glutine. Per evitare ripercussioni a lungo termine, è dunque assolutamente necessario far capire al paziente l’importanza di attenersi con rigore, in via permanente, a un’alimentazione senza glutine. Fare tesoro di consigli pratici che semplificano la vita, poter contare sul sostegno della famiglia e degli amici alzano il livello di compliance e riducono il rischio di commettere errori che potrebbero scatenare patologie correlate. Anche le crescenti opportunità di consumare senza problemi i pasti fuori casa o di pianificare le vacanze favoriscono la compliance del paziente.