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Una review conferma una maggiore prevalenza dell'insonnia in soggetti celiaci, già evidenziata da studi precedenti. Gli autori suggeriscono una maggiore attenzione ai disturbi neurologici nei celiaci che potrebbero avere origini nel collegamento intestino-cervello

Effetto protettivo della dieta senza glutine nel reflusso gastroesofageo. Sono queste le conclusioni di una revisione sistemica e metanalisi di un team di ricercatori dell’Università di Newcastle in Australia, da poco pubblicata su Lancet eClinicalMedicine.

La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, ha evidenziato per i celiaci un rischio di sviluppare la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) almeno 3 volte maggiore rispetto alle persone senza celiachia, sia prima sia dopo la diagnosi di celaichia.

La SIGE (Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva) ha recentemente presentato a Roma le "Linee guida per la diagnosi, la terapia e il follow-up della malattia celiaca e della dermatite erpetiforme".

Per la diagnosi di celiachia si eseguono inizialmente esami sierologici per la ricerca di anticorpi che segnalano l’intolleranza al glutine. Se i test risultano positivi la diagnosi deve essere poi confermata con una biopsia della muscosa duodenale, che dimostra l’atrofia dei villi intestinali. Poiché si tratta di un esame invasivo, diverse ricerche hanno valutato la possibilità di fare la diagnosi anche senza questo esame.

L'Italia si avvia a conquistare il primato di primo paese al mondo con un programma sistematico di screening della celiachia in età pediatrica. Lo scorso 23 maggio, infatti, la Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge per la "definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica".

Lo studio dei ricercatori italiani per la messa a punto delle nuove tecniche è stato pubblicato sulla rivista Journal of Immunological Methods. La metodica è il risultato della combinazione di due tecniche di analisi già note e consente di quantificare e caratterizzare specifici linfociti, che infiltrano la mucosa intestinale, evidenziando la celiachia potenziale.

I cambiamenti istologici indotti dal glutine nella mucosa duodenale dei pazienti con sensibilità al glutine non celiaca (NCGS) sono poco d efiniti. Uno studio multicentrico valuta le caratteristiche strutturali e infiammatorie dei pazienti NCGS rispetto ai celiaci.

Tra i primi campanelli d’allarme va considerata la familiarità per celiachia, la presenza di altre patologie autoimmuni, che spesso si manifestano nello stesso soggetto o in ambito familiare. lo studio ha rilevato anche un serio problema di sottodiagnosi. Il dato è preoccupante: solo il 40% dei casi ottiene una diagnosi su basi cliniche.