Con una prevalenza del 13,8 %, le patologie autoimmuni sono molto più frequenti nei malati di celiachia che non nei soggetti sani. Ma oltre che alle intolleranze, la celiachia è associata anche a malattie genetiche, endocrinologiche e neurologiche.
La celiachia si accompagna spesso a patologie autoimmuni ed è associata a diverse altre malattie. Al primo posto tra le patologie autoimmuni ricordiamo il diabete di tipo 1. Le patologie a carico della tiroide e del fegato sono piuttosto diffuse tra i soggetti celiaci. Tra le patologie correlate vi è la dermatite erpetiforme di Duhring, una infiammazione della pelle che rappresenta la tipica manifestazione cutanea della celiachia. Prima della diagnosi e nel periodo immediatamente successivo, il paziente affetto da celiachia può sviluppare una intolleranza secondaria al lattosio. Si ritiene inoltre che alla celiachia sia associato un rischio elevato di osteoporosi e di disturbi della fertilità.
Diabete di tipo 1
La celiachia e il diabete di tipo 1 si manifestano spesso insieme. La prevalenza della celiachia nei soggetti affetti da diabete di tipo 1 oscilla tra il tre e l’otto per cento a seconda dell’età del paziente. La celiachia si manifesta spesso anche nei parenti di primo grado di un diabetico. Viceversa, una percentuale di celiaci che oscilla dal tre al sei per cento soffre anche di diabete di tipo 1.
Affinità genetiche
La concomitanza delle due patologie sembra dovuta a una comune predisposizione genetica, dal momento che tanto nei soggetti diabetici quanto in quelli celiaci è stata riscontrata una più elevata frequenza dei cosiddetti geni di istocompatibilità HLA-DQ2 e HLA-DQ8. Inoltre, sia nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 sia nei pazienti celiaci sono stati riscontrati alti livelli di zonulina, una proteina che regola la permeabilità intestinale nell’intestino tenue.
Diagnosi del diabete
Nella maggior parte dei casi (il 90 per cento circa) è più precoce la diagnosi del diabete di tipo 1. Presumibilmente ciò è dovuto all’esigua sintomatologia della celiachia nei pazienti che hanno sviluppato la malattia nell’infanzia o nell’adolescenza. I soggetti a cui non è stata diagnosticata tempestivamente la celiachia e la cui alimentazione per lungo tempo ha incluso prodotti contenenti glutine sono più soggetti al rischio di ammalarsi di diabete.
Consigli di nutrizione
Per trattare entrambe le malattie è necessario adottare una rigorosa alimentazione senza glutine che non contempla alcun alimento specifico per diabetici. Oggigiorno i malati di diabete, celiaci o no, possono concedersi un’alimentazione normale, equilibrata. L’alimentazione priva di glutine sortisce effetti positivi sul diabete, dato che aiuta a tenere sotto controllo il metabolismo e di conseguenza riduce il fabbisogno di insulina.
Screening per la celiachia nei diabetici di tipo 1
Data la frequente associazione delle due patologie, tutti i diabetici di tipo 1 dovrebbero sottoporsi a uno screening per la celiachia per verificare la presenza di anticorpi tTg-IgAr:
- nel momento della diagnosi
- una volta all’anno per tre anni
- a cinque anni dalla diagnosi del diabete
- in presenza di sintomi sospetti
Tiroidite di Hashimoto
Oltre al diabete di tipo 1, sono spesso associate alla celiachia patologie tiroidee, prima tra tutte la tiroidite di Hashimoto, con una prevalenza compresa tra il tre e il dieci per cento. Soprattutto tra i pazienti a cui la malattia è stata diagnosticata in età avanzata. La tiroidite autoimmune è la causa più frequente di ipotiroidismo in età adulta. La malattia è accompagnata da un deterioramento parziale o totale del tessuto tiroideo causato tra l’altro dagli auto-anticorpi.
Riconoscere tempestivamente le patologie tiroidee
Data la relativa facilità con cui è possibile eseguire uno screening e dal momento che le patologie tiroidee non manifestano sintomi univoci, i pazienti affetti da celiachia, a ridosso la diagnosi e a distanza di alcuni anni dovrebbero sottoporsi a controlli periodici per controllare l’ormone che stimola la tiroide (TSH). Questo suggerimento vale anche per i parenti di primo grado dei pazienti affetti da celiachia o da patologie tiroidee autoimmuni.
Terapia nei pazienti celiaci
In presenza di un ipotiroidismo funzionale è consigliabile intraprendere una terapia con il preparato LT4. Nei casi di celiachia appena diagnosticati, l’atrofia dei villi intestinali compromette l’assimilazione e l’assorbimento dei farmaci e rende opportuno aumentare il dosaggio. L’adozione di un’alimentazione senza glutine però consente di rigenerare completamente la mucosa intestinale e di ridurre nuovamente il dosaggio.
Epatite autoimmune
L’epatite autoimmune è una rara patologia autoimmune del fegato che ricorre in forma acuta o cronica. Il sistema immunitario del paziente attacca le cellule del fegato, causando un’infiammazione (epatite). Visto il comune background genetico, una epatite autoimmune si presenta spesso in combinazione con una celiachia. La correlazione tra queste due patologie autoimmuni risulta tanto più elevata quanto più avanzata è l’età del paziente alla prima diagnosi della celiachia. Il 30 per cento dei pazienti sopra i 20 anni mostra di avere sviluppato un’altra patologia autoimmune.
Riconoscere tempestivamente una patologia epatica
Data la relativa facilità con cui è possibile eseguire uno screening e dal momento che le patologie epatiche non manifestano sintomi univoci, i pazienti affetti da celiachia dovrebbero sottoporsi periodicamente a controlli mirati a verificare la funzionalità epatica.
Intolleranza al lattosio
A causa dell’atrofia dei villi i pazienti affetti da celiachia prima della diagnosi e nel periodo immediatamente successivo potrebbero sviluppare una intolleranza secondaria al lattosio. Il deterioramento della mucosa intestinale può portare a una carenza di lattasi in varie forme, inibendo così la completa idrolizzazione e l’assorbimento del lattosio disaccaride. Questi pazienti pertanto sono costretti ad adottare quanto prima una dieta priva di glutine e di lattosio. Solitamente in fase di remissione il paziente può reintrodurre il lattosio nella sua dieta.
Carenza di lattasi permanente
In alcuni casi l’intolleranza al lattosio permane anche a seguito dell’adozione di una dieta senza glutine e in presenza di una mucosa intestinale rigenerata. Ciò è da ricondursi a una carenza enzimatica di origine genetica piuttosto diffusa tra gli abitanti dell’Europa meridionale, non scatenata dalla celiachia.
Dermatite erpetiforme di Duhring
La dermatite erpetiforme di Duhring (DH) è una patologia infiammatoria caratterizzata dalla comparsa di un’eruzione cutanea bollosa fortemente pruriginosa e generalmente arrossata. A causa del forte prurito, il paziente si gratta al punto da causare una cicatrice permanente. Nel 90 per cento dei pazienti, la zona colpita è quella del gomito e dell’avambraccio. Altri punti facilmente interessati sono i glutei e la parte anteriore delle ginocchia. La DH si manifesta quasi esclusivamente tra gli individui di pelle chiara. L’incidenza è di 1 : 10.000.
Correlazione con la celiachia
La DH è considerata la manifestazione cutanea della celiachia. Un paziente a cui venga diagnosticata la DH è automaticamente certo di soffrire di celiachia. Non è sempre vero il contrario. Molti pazienti affetti da DH, comunque, sono colpiti da celiachia in forma lieve e se ne accorgono solo al manifestarsi della tipica eruzione cutanea. La DH viene diagnosticata mediante un test dermatologico a dalla procedura diagnostica classica della celiachia (analisi degli anticorpi più biopsia intestinale).
Cause genetiche
La malattia è stata descritta per la prima volta come entità clinica nel 1884 e ribattezzata con il nome del suo scopritore, L. A. Duhring. L’esistenza di una correlazione tra la DH e la celiachia è stata dimostrata sul finire degli anni ‘60. Gli studi condotti sui gruppi familiari hanno permesso di appurare che i familiari di una persona affetta da DH spesso sviluppano a loro volta la malattia o soffrono di celiachia. Alcune ricerche dimostrano che in entrambe le patologie è coinvolto lo stesso gene. Il nostro corpo dispone dei cosiddetti antigeni HLA che innescano la reazione immunitaria. Nei soggetti affetti da DH o da celiachia sono presenti i genotipi HLA DR3-DQ2 e DR3-DQ8. Questi antigeni sono la necessaria premessa all’insorgenza della DH o della celiachia.
Terapia nella DH
Sia la DH che la celiachia sono causate dall’assunzione di glutine. Pertanto, come nel caso della celiachia, un regime alimentare rigorosamente privo di glutine costituisce l’unica cura effettiva della DH. Nella maggior parte dei pazienti comunque ci vuole molto tempo prima che l’alimentazione senza glutine porti alla scomparsa dei sintomi della DH. Nell’attesa si rende pertanto necessaria l’adozione di una terapia farmacologica. La somministrazione del farmaco fa sparire lo sfogo nell’arco di una settimana, ma una dieta senza glutine è l’unica garanzia per la scomparsa della malattia anche a lungo termine. Ci vogliono dai sei agli otto mesi per ridurre il dosaggio, ma dopo due anni l’assunzione del farmaco può essere sospesa del tutto.
Osteoporosi
Diversi studi dimostrano che i soggetti affetti da celiachia sono più esposti al rischio di riportare fratture. Nella maggior parte dei casi ciò è dovuto a una ridotta densità minerale ossea (BMD). È significativo che l’aumento nel rischio di fratture riguardi soprattutto persone affette da una celiachia non trattata che rifiutano di attenersi a un regime alimentare senza glutine. Inoltre altri fattori influiscono sulla BMD e sul rischio di fratture. La BMD è stata riscontrata per caso solo in pazienti che conducono uno stile di vita “glutenfree” e dei quali, oltre alla celiachia, sono noti altri fattori di rischio.
Disturbi della fertilità
Una celiachia non diagnosticata e non trattata può causare infertilità e complicazioni in gravidanza quali parti prematuri e aborti. Può anche sortire effetti negativi sul peso del nascituro. Non è stato ancora chiarito se questi problemi dipendano unicamente dal malassorbimento di determinate sostanze nutritive a causa nell’atrofia dei villi o se celino fattori immunologici.
Altre patologie correlate alla celiachia
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Carenza selettiva di IgA
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Sindrome di Sjörgen
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Cirrosi biliare primaria
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Morbo di Crohn
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Sindrome di Down
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Sindrome di Ullrich-Turner
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Sindrome di Williams
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Epilessia
Tumori
Il rischio di sviluppare un tumore maligno è leggermente più elevato nei pazienti affetti da celiachia. Tuttavia alcuni tumori specifici, per es. localizzati nell’esofago e nell’intestino tenue, tendono a manifestarsi con maggiore frequenza. Per abbattere questo rischio è fondamentale attenersi a una dieta priva di glutine, in quanto è in grado di prevenire l’insorgenza dei tumori associati alla celiachia.